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— Che hai? le chiesi svincolandomi dalle sue braccia, vedendola tutta turbata e colle lagrime agli occhi.

— Nulla! rispose.

Io impallidii, e non osai domandarle altro.



Il giorno dopo ella mi vide così cambiato, che mi domandò anche lei: — Che hai? — E stavolta fui io che risposi: — Nulla!

Ella si fece pensierosa e parlò d’altro.

Passammo quella notte come le altre, soffocando le ciarle infantili sotto i guanciali, e scambiandoci i sorrisi nelle dolci ombre dei cortinaggi; però sentivamo che fra noi due ci era qualche cosa che ci faceva morire il bacio sulle labbra ed il riso in cuore. Ella mi guardava con quei suoi grand’occhi spalancati, col gomito sul guanciale, il mento sulla mano, il braccio trasparente attraverso alla nebbia dei merletti, e i capelli che