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Il suo sguardo cadde sul modesto lettuccio, e sorrise vagamente senza dir motto. Poi tornò a sedersi accanto al fuoco, con un atto di dimestichezza carezzevole, e soggiunse guardandomi fiso:
— Sì, son contenta di esser venuta; ma mi avete pur dato un gran dispiacere!
— Perdonatemi!
— Oh, non ho nulla da perdonarvi. Non vi ho nemmeno domandato perchè non siete venuto. Quando non vi ho visto all’uscire dal teatro, ho subito indovinato il motivo che vi faceva mancare alla vostra promessa... e son venuta.
Mi stese le mani, mi guardò negli occhi sorridendo, e soggiunse:
— Siete ancora geloso?
— Oh... no!
— Mi amate molto?
— Mi par d’impazzire.
— Molti m’hanno detto la stessa cosa.
— Oh, Eva! quali parole dite!
— Ma a voi vi credo. Dovete amarmi così. Oh, Dio mio! com’è bello essere amata così! Ho do-