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Il giorno dopo, nell’ora in cui avevo promesso di andarla a trovare, combattei una lotta terribile. Venti volte fui sul punto di uscire, di correre a buttarmi ai suoi piedi. Mi afferrai a due mani a tutte le mie più dispettose passioni, e non mi mossi... e se piangevo ero felice che nessuno mi vedesse piangere.

Così suonò un’ora. Allora respirai con forza, come se avessi superato una gran prova.

Faceva freddo. Di fuori un vento impetuoso scuoteva le imposte e gemeva per le strette viuzze di oltr’Arno. Guardavo i rari fiocchi di neve che svolazzavano sui vetri con una strana compiacenza, e pensavo alla mia famiglia lontana, e a tutte le tranquille gioie che avevo abbandonato per correre dietro a larve affascinanti; mi sentivo invadere da cento ispirazioni gigantesche, e sognavo tutte le ebbrezze della gloria.