Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 29 — |
— Quistione d’ottica, mio caro. Io chiamo follie quelle che tu chiami nobili affetti, rispose con un cinismo amarissimo, perchè.... mi hanno ridotto quale mi vedi.... — Quanto guadagni colla tua arte? soggiunse dopo un breve silenzio, appoggiando l’accento in modo ironico sull’ultima parola.
La domanda era così brusca e brutale, che lo guardai sorpreso. Egli scoppiò a ridere. — Lo vedi, mi disse, ti vergogni a dirlo! — Adunque sei un pazzo vanitoso — il peggiore.
Ero disgustato da quell’affettazione, e gli risposi secco secco:
— Io mi contento di non mischiare del danaro in certe idee.
— Bella frase! disse senza scomporsi. Un tempo mi sarebbe parsa anche una nobile risposta. Ma, amico mio, in un’epoca in cui le più vive ambizioni dell’uomo, ed i più serii sforzi della sua attività hanno uno scopo positivo — arricchire — la logica ha il difetto di non prestarsi alle ipocrisie, — confesserai anche tu che le tue idee nelle quali non vuoi mischiare del denaro, non