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— Mamma! disse Enrico, e la sua voce fioca vibrava come una carezza in quella dolce parola. Ecco un mio amico. Tu gli vuoi bene, non è vero?
La povera donna mi stese la mano, ed io la baciai religiosamente.
— Dove sono gli altri? domandò Enrico con la curiosità inquieta, particolare al suo stato.
— Tuo padre è andato ad accompagnare il medico, e l’Agatina è andata a coglierti una manata di gelsomini che ti piacciono tanto.
— Il medico!... mormorò il moribondo con accento che stringeva il cuore.
Nessuno di noi ebbe il coraggio di rispondere.
— Ti ho disturbato forse? mi domandò dopo alcuni istanti.
— Oh no!
— Avevo bisogno di vederti... e di parlarti.
Mi affissò col suo sguardo espressivo e lucidissimo, e soggiunse:
— Noi non fummo mai intimi; ma ci siamo incontrati in una tal'epoca della mia vita che mi pare di non avere altri amici che te. Eppoi — e sorrise dolorosamente — ho diritto alla tua in-