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— Sì! in fede mia, sì! quando ti vedo mi diverto.
— Mi riconosci!
— Diavolo! Chi non ti conosce!
— Bevi alla mia salute dunque, gli disse porgendogli il bicchiere spumeggiante.
— In coscienza, non posso; chè tu stai molto male!
— Ah! ah! una delle solite facezie! sghignazzò il conte rivolto ad Eva. Adesso ci dirà i nostri segreti!
Io guardai Eva, e la vidi pallida come cera.
— Oh! oh! rispose Enrico ridendo come avrebbe potuto ridere uno spettro se gli spettri potessero ridere; il segreto di pulcinella!
Il conte sembrò imbarazzato per un istante; ma non era uomo da darsi vinto alla prima, e replicò:
— Sapevo la tua risposta; è vecchia come il tuo travestimento.
— Da arlecchino d’onore, no! Anzi, per provarti che non sono un ciarlatano ti dirò quelli di lei — e accennò a Eva — non i segreti del suo