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nella condizione di dover smungere la borsa dei suoi amanti, come la gran dama smungeva i cuori dei suoi.



Io avevo vissuto vent’anni in dieci mesi, e mi sentivo forte, pieno di vita, di cuore, di memorie e d’immaginazione. Se non avessi tanto goduto e tanto sofferto, credo che non avrei mai avuta tanta vigoria di mente e d’anima, tanta facilità di trasmettere nelle mie opere cotesta sovrabbondanza di vita. Avevo una bella riputazione, ero quasi ricco, e godevo la vita — io che avevo avuta l’anima piena di sogni luminosi e di aspirazioni ideali, e l’avevo ancora qualche volta! La contraddizione che c’era nella mia esistenza fra le passioni e il sentimento si rivelava nelle mie opere. Ero falso nell’arte com’ero fuori del vero nella vita — e il pubblico mi batteva le mani; quegli applausi, delle volte, mi umiliavano agli occhi miei stessi, ma