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uscir di casa; non ne avrei avuto le forze, e sembravami che tutti dovessero leggermi in viso la fame. Avevo ancora dell’orgoglio!

L’aria era frizzante; dalla finestra vedevo la gente andar lesta; certuni avevano la cera sorridente, molti una tranquilla spensieratezza; tutti erano certi di trovare a casa il desinare. Vedevo i camini che fumavano, e, attraverso i vetri delle finestre di faccia alla mia, donne affaccendate e fumo di vivande. Vedevo tutto ciò con una dolorosa lucidità di pensiero, e fermavo il mio pensiero in mezzo a tante domestiche felicità, che vedevo o che indovinavo, con una penosa voluttà, e domandavo a me stesso, con immenso sconforto, se fosse possibile che tutta quella gente felice potesse credere che a venti passi c’era un uomo che moriva di fame.



La sera le mie sofferenze si fecero insopportabili. Uscii come un pazzo. Mi trascinai dinanzi