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Poi anche questo finì.
E allora incominciò un’altra lotta più bassa, più accanita, più dolorosa, la lotta degli espedienti, delle transazioni d’amor proprio, delle viltà, contro un desinare. Dopo aver venduto tutto quello che era vendibile, le tele, i disegni, le scatole, i colori, gli abiti, le scarpe, tutto, mi trovai senza pane, quasi senza vesti, alloggiato come in ostaggio pel mio debito, con cinque lire in tasca, e certe allucinazioni come quelle che devonsi provate al momento di smarrire la ragione.
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Mi venne in mente di giuocare. Mi ricordai di tutte quelle storielle e di tutti quei bei romanzi ove si parla di guadagni enormi fatti con un nulla,