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XVIII.
I contadini dei dintorni udirono abbaiare i cani tutta notte come se una bestia feroce avesse scorazzato per quei monti. Alberto rientrò verso il mezzogiorno, sotto pretesto d’aver fatto una lunga passeggiata mattinale, stanco, trafelato, febbricitante. Alla villa trovò tutto sossopra: i domestici andavano e venivano in furia, la carrozza era dinanzi alla porta coi cavalli ancora fumanti di sudore; lo zio Bartolomeo era ritornato allora allora in compagnia del medico; durante la notte Adele era stata assalita da un accesso di febbre violentissimo. A quella notizia le gambe si piegarono sotto ad Alberto.
Trovò lo zio sull’uscio della camera di lei.
— Dove sei stato? gli domandò.
Ei balbettò delle bugie, al par di un colpevole. Lo zio era così turbato da non accorgersi del turbamento del nipote.