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— Oh! non sono in collera... e per prova!... — Sul ciglione della via spuntava una margherita tardiva; ella la recise di un colpo di frusta — ed in prova le lascio un ricordo: consulti l’oracolo, marchese.
E sparì come un lampo.
— Hai visto la contessa Armandi? domandò a tavola Gemmati.
— Sì.
— Cosa t’ha detto? aggiunse Adele.
Alberto s’imbrogliò nel racconto di una storiella metà vera e metà inventata, si confuse e si fece anche un po’ rosso. Lo zio Forlani tossì due o tre volte, e Velleda gli rivolse una rapida occhiata.
— Che bella signora! disse per cambiar discorso.
Il giorno dopo, quando Alberti stava per andare alla villa Armandi, incontrò per caso la signorina Manfredini presso il cancello.
— Va dalla contessa? gli domandò.
— Sì.
— Ci tien proprio a far cotesta visita?
— Ma... tenerci...
— Se non ci tiene non ne faccia nulla per oggi. Il tempo è bello; andremo alla Sassosa in carrozza con l’Adele.
E per la prima volta chinò gli occhi dinanzi allo sguardo di lui.
— Sì!... diss’egli, sì!