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— Perchè piangi? disse Alberto, quasi anche lui colle lagrime agli occhi.
— Oh, perchè son felice!... Guarda che matta!
Stettero un po’ insieme; egli parlava poco e distratto; ella lo guardava di nascosto, quasi temesse di accarezzarlo cogli sguardi.
— Alberto, mi permetti che ti dica una cosa? balbettò infine timidamente.
— Di’.
— Confidami cos’hai!
— Ma cosa mi vedi?
— Non lo so... Non sei più il medesimo...
Egli arrossì lievemente.
— Perchè mi fai cotesta domanda, disse bruscamente, rialzando il capo da una specie di meditazione.
— Perchè... perchè sei molto cambiato. Ei parve esitare.
— Temi che non ti ami?
La fanciulla lo guardò attonita, e rispose ingenuamente:
— Perchè non mi ameresti? Non me l’hai detto tu stesso che mi ami?
— Voglio dire... se temi che non ti ami più!
— Non me lo diresti in tal caso? rispose Adele al modo istesso, e senza distogliere gli occhi dai suoi.
— Dunque?.. balbettò il giovane — e quel dunque gli s’inchiodò nel pensiero.
— Dunque sarei proprio un vile! mormorò allorchè fu solo, e fuggendo per la campagna come se alcuno l’inseguisse.