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— No, non aveva sonno.... non ho sonno da parecchie notti.
— Da quando?...
— Sa che è molto curioso, signor cugino! gli diss’ella dopo un istante d’esitazione.
Il cugino, senz’aprir bocca la guardò per la prima volta negli occhi coll’amore dell’uomo; ella abbassò i suoi e non rise più.
— Sei ben sicuro che dorman tutti? gli domandò poco dopo, rispondendo senza saperlo a quello sguardo.
— Sì, da più di un’ora non si vede un sol lume.
Ella ritirò bruscamente la sua mano. Successe un silenzio che le diede animo e la fece sorridere: — Ebbene, gli domandò, son qua, che cosa deve dirmi?
— Volevo... desideravo chiederti scusa.
— Di che?
— Sono stato cattivo...
Ella scosse il capo lentamente: — No.
Alberto avrebbe preferito dei rimproveri, onde aver agio di menar il can per l’aja; non seppe più che dire, e rimase imbarazzato.
— Senti l’usignuolo?
— No, è il passero solitario.
— Che notte deliziosa!
Ella non rispose.
— A che pensi?
— A nulla.
— Non ti senti felice?
— ... Sì!