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cuore, sotto gli occhi di lei, picchiava più forte, e il chiacchierìo che regnava nel salotto faceva supporre che sarebbero stati innocenti. Tutta la poesia dei romanzeschi convegni, delle scale di seta, e dei segnali misteriosi, sfumò dinanzi al timore di udir tossire lo zio Forlani. Sentì di aver paura, e poi cotesta confessione che dovette farsi gli infuse coraggio. Allorchè bussò leggermente quei tre, gli parve di aver destato tutti gli echi della montagna e tutti gli zii del mondo.

Quanti palpiti in quel minuto che la finestra indugiò ad aprirsi! quanti palpiti allorchè l’udì schiudersi pian pianino con una circospezione che confessava il peccato ad alta voce! Una striscia luminosa si disegnò sull’erba dell’aiuola, e la leggiadra cuffietta di Adele si mostrò timidamente; ella tremava un po’; la luna che si era levata tardi, illuminava il muro di contro e riverberava un barlume livido e dolce sul candido viso di lei, che sorrideva con ineffabile imbarazzo, e guardava qua e là, senza osare di alzare gli occhi su di lui. Certamente si erano detto abbastanza; ma il cugino messo alle strette da quel silenzio eloquente, incominciò:

— Come sei buona, Adele!

Ella spalancò i suoi occhioni, e domandò con graziosa ingenuità:

— O perchè?

— Perchè hai accondisceso....

— Non me lo domandasti tu?...

— Sì.... ma a quest’ora dormiresti.... ed invece io.... L’Adele fece certo sorrisetto e rispose: