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— Per chi?
— Pel babbo.
— E poi?
— Per Velleda.
— E poi?
— E poi... per chi se li merita.
Egli alzò il naso in aria, mandò un grosso buffo di fumo, e disse: — È una bella giornata.
— Sì: rispose la fanciulla asciutto asciutto.
Adele andava e veniva fra gli alberi, chinandosi ad ogni istante sulle aiuole con una vivacità infantile e graziosa ch’era tutta sua. Alberto la guardava in silenzio. Di tanto in tanto ella pure guardava lui senza che glielo facesse scorgere, con una tal cera dispettosetta.
— Ha dormito bene? domandò finalmente.
— Benissimo, grazie.
— E vuol dormire ancora?
— No.... perchè?
— Vieni ad aiutarmi dunque!
— Vengo subito, cuginetta.
Vedendolo venire ella si diede un gran da fare per assortire i fiori, e il giovane sentì sfumare in un attimo la grande audacia con la quale le avea quasi chiesto un mazzolino.
— Il babbo è andato lassù, alla Sassosa, per la vendemmia.
— Oh davvero?
— Quest’anno avremo una famosa vendemmia!
— Sì?
— L’ha detto il fattore!
— Lui può saperlo.