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— Sì.

— Per dove?

— Vado a Napoli.

Adele impallidì. — A Napoli c’è il colera! disse con vivacità.

— Son medico, ed ho degli importanti studi da fare sul colera.

— E ti fermerai... molto tempo?

— Mi stabilirò colà.

— E la tua clientela di Firenze?

— Me ne farò un’altra laggiù...

La marchesa non aveva più aperto bocca.

Gemmati, senza nessuna esagerazione, le disse addio con semplicità. Alberti l’accompagò sull’uscio, e gli strinse la mano proprio all’inglese.

— Tardi o no, è una bella azione che fa Gemmati! disse tornando a sedere presso la moglie immobile e bianca come una statua. Ella levò gli occhi su di lui quasi non avesse ben capito.

— E a proposito di partenza.... sono venuto a dirvi... parto anch’io.

Adele, seguitando a fissarlo con occhi spalancati, attoniti, impietrati dal dolore, balbettò:

— Per sempre?

— Chi ha detto che sia per sempre? Non vado a consacrarmi ai colerosi io... Ho risoluto di viaggiare un poco.

— Oh! Alberto! esclamò la derelitta con voce ineffabile, lasciandosi cadere sulle ginocchia.