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— Perchè?

Adele si fece rossa, con un’aria di pudico trionfo, — Mio marito è geloso!

— Di me!

— Di chi potrebbe esserlo? diss’ella abbassando gli occhi e la voce, come se una favilla di quei misteri che a nostra insaputa nascondonsi fra le tenebre dell’anima scintillasse improvvisamente alla superficie.

— E voi.... siete contenta ch’egli sia geloso? domandò Gemmati sottovoce.

— Sì! rispose dolcemente la marchesa con l’egoismo degli innamorati; e un sorriso la irradiò.

— Cosa volete che faccia?

— Evitiamo di vederci.

— Cosa penserà egli?... che m’abbiate prevenuto!...

— È vero!...

— Quell’anima fiacca e malata dubiterà sempre.... Forse sarebbe peggio... Bisogna fare qualcosa dippiù.

— Cosa?

Dopo un breve silenzio ei le disse timidamente:

— Mi sarete grata di quel che farò per voi?

Ella gli strinse la mano, e chinò gli occhi. Rimasero un istante assorti. In questo momento entrò Alberto.

Adele ritirò vivamente la mano. Il marchese li guardò appena, vide Gemmati commosso, e delle tracce di lagrime negli occhi di sua moglie; sedette.

— Sono venuto a dirti addio; disse Gemmati rompendo pel primo quel silenzio glaciale.

— Parti?