Pagina:Verga - Eros, 1884.djvu/274


— 270 —


Gemmati, avendo saputo che la marchesa Alberti era ritornata da Livorno, sebben non si fosse fatta viva, era andato a farle visita, ed era rimasto colpito dall’alterazione profonda che scorgevasi nell’aspetto di lei. Dopo alcuni giorni Adele s’era ammalata davvero; Gemmati l’avea assistita come una sorella o come una figlia, e, pur dissimulandole la gravità del male, avea insistito perchè ne fosse informato Alberto. I pretesti dapprima, e poi le ripulse ostinate della marchesa l’aveano sorpreso, e non avea tardato ad accorgersi che qualcosa di grosso dovea esserci stato; conoscendo Alberto intimamente, ei ne fu sgomentato più di quanto lo fosse Adele istessa.

Prima di cedere al gran bisogno che sentiva di sfogarsi, di esser confortata, di appoggiarsi ad una mano amica, Adele avea molto combattuto, per delicatezza, per un sentimento di dignità, di rispetto e di amore verso il marito; ma a poco a poco qualcosa erale sfuggita finalmente; Gemmati avea capito il resto, e d’allora in poi erasi mostrato più riservato, e più discretamente affettuoso. Andava a trovarla di sovente, poichè sentiva che il darle occasione di parlar di lui le faceva bene, e che quel povero cuore tremante e malato aveva bisogno di esser rinfrancato da una voce amica; le diceva poche parole, di quelle che sapeva giovarle, o stava zitto, ascoltando pazientemente i suoi discorsi scuciti e febbrili, o il suo silenzio eloquente. Ella avea fi-