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gradatamente fra di loro; lo sentiva alla sua propria freddezza, a quel non so che d’impacciato, di timido ed altero che c’era, a sua insaputa, nelle sue stesse parole.
Cento volte, in quella notte dolorosa anche per lui, era stato sul punto di correre a buttarsi ai piedi di Adele, e chiederle perdono; ma gliene era mancato il coraggio per una fatale delicatezza, per un falso pudore, per una singolare rettitudine della colpa. Domandarle perdono di che? di averla tradita vilmente per una donna che non stimava punto? di aver dimenticato in un istante l’amore di lei, la fiducia ch’ella avea in lui, il loro passato, i giorni, i mesi interi d’intimità, di casto abbandono, d’espansione, d’identificazione completa d’idee, di sentimenti? — di essersi posto sotto i piedi tutto ciò per dei capelli biondi e delle bianche spalle che gli si erano gettate alla faccia? di averla insultata volgarmente all’uscio istesso delle sue stanze? Ma il domandarle cotesto perdono non sarebbe stato un altro insulto? non sarebbe stato come il domandarle una sanzione disonorevole per entrambi? un confessarsi più basso della colpa? D’ora innanzi avrebbe potuto più dirle che l’amava tuttora, che non aveva mai cessato di amarla — ed era vero! — senza sentirsi montare i rossori al viso? e avrebbe potuto credere ch’ella avesse obbliato, e l’amasse ancora, senza dubitare che mentisse anche lei? Quando si cade bisogna almeno aver la forza di non dare del viso nel fango.
Giunti a Firenze, mise in campo degli affari, e partì