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— Hai imparato a fumare! gli disse finalmente con un sorriso, e come se gli confidasse un segreto che nascondeva da qualche tempo.

— Cosa vuoi, i vizî s’imparano facilmente; rispose Alberto con gravità.

— Però il sigaro ti sta bene!

Ei la guardò nei grand’occhi turchini che luccicavano al chiaro di luna, chinò i suoi prestamente, e si soffiò il naso. Adele riduceva in pezzi minutissimi le foglie che avea strappato dal rosaio.

— Ma il tuo giardino, è molto bello, disse finalmente Alberto.

La giovanetta guardò attorno, come se vedesse quegli alberi e quei viali per la prima volta, e rispose:

— Sì, molto bello.

— Una delizia!

— Una vera delizia. Quella fontana lì ce l’ho fatta far io.

— Davvero!

— Sì, non è bellina?

— Bellina tanto!

— È tutta di marmo, sai!

— Oh!

— Il babbo non voleva per via della spesa....

— Deve aver costato parecchio!

— Altro! Ma il babbo mi vuol tanto bene!

— Oh! (in un altro tono).

— E anche te, sai, ti vuol bene!

Il dialogo che si reggeva sui trampoli, minacciò d’inciampare in quel sassolino.