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— Vostra moglie è lì; dissegli con una lieve tinta di motteggio indicando sul mare una barchetta carica di ombrellini, di cappelli di paglia, e di veli svolazzanti.

— Volete che andiamo a raggiungerla?

Il marchese rispose qualche parola insignificante, e le sedette accanto: dopo alcuni discorsi le domandò perchè non fosse andata anche lei.

— Potrei dirvi perchè vi aspettavo, ma non voglio lusingarvi. Ho corso tanto sui piroscafi, che il mare mi fa uggia persin dalla barchetta. Anche voi avete molto viaggiato, so.

E si misero a parlar di viaggi.

— Chi ce l’avrebbe detto che dovevamo correre tanto per riunirci... da Pancaldi! diss’ella ridendo.

Gli avea detto cotesto in un certo modo, e con tale accento da ricordargli perfettamente il punto dal quale erano partiti per correre, e gliel’avea fatto rivedere in cosiffatta maniera, che Alberto avea ammutolito.

— Non promettevate di riescir così buon marito, davvero! — gli disse poco dopo con uno sbalzo capriccioso del pensiero.

Alberto rispose al complimento ironico con un ironico chinar di capo.

— Schiettamente.... senz’ombra di lusinga.... se avessi potuto prevederlo... non mi chiamerei forse Metelliani.

— Vedete che qualche volta torna meglio non prevedere!

— Marchesa Alberti è un bel nome. E poi tutti vi