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— Grazie, non s’incomodi, rispose, e partì correndo.
Adele s’era tirata in là per far posto al cugino accanto a lei; ma egli si mise a passeggiare innanzi e indietro, gettando di tempo in tempo sguardi avidi e imbarazzati sul sedile.
— Vuoi metterti a sedere? diss’ella.
— No.... grazie non ti scomodare.
— Che!
Ella si mise a strappare le foglie del rosaio. Alberto accavallava ora una gamba ora l’altra, guardava gli alberi, il viale, la punta de’ suoi stivali, e non sapeva che farsene delle mani.
— Mi permetti di fumare? disse dopo un lungo silenzio, e come se avesse fatto una grande scoperta.
— Fai pure.
Egli trionfante accese uno sigaro, e si diede a buffare il fumo con enfasi.
— Ti dà noia il fumo? le domandò.
— No, rispose Adele tossendo e fregandosi gli occhi.
E tacquero di nuovo.
— Bella sera! esclamò finalmente Alberto col naso in aria.
— Bellissima.
— È punta fredda!
— Punta.
— È un pezzo che non ci vediamo, sai!
— Due anni.
— È vero.
Ella lo stava a guardare seria seria.