Pagina:Verga - Eros, 1884.djvu/244


— 240 —

mente per lui, non le avea visto combattere: il sentimento del giusto e del dovere restava perciò una formola astratta, poco meno di un’illusione.

In tali disposizioni d’animo, e alla sua età, l’amore era perciò una debolezza; e l’amore istesso rendeva il suo scetticismo un’infermità piuttosto che una corazza.

Sentiva rigermogliare dentro di sè quei sentimenti sui quali avea messo i piedi, ma che nondimeno avevano turbato la serenità epicurea dei suoi piaceri, ora che li trovava freschi e rigogliosi nella donna a cui sentiva il bisogno d’identificarsi; però al vedere cotesti sentimenti così diversi in sè e in lei nello sviluppo e negli effetti, in sentirli agitarsi penosamente nel suo animo, piuttosto che rinvigorirsi, ne provava un grande sconforto, un dubbio più amaro. La fede d’Adele — quella che per lui era la cecità — rivelavasi così salda ed intera, che trovavasi costretto ad ammirarla, ad invidiarla quasi, senza poterla dividere. Istintivamente sentivasi inferiore a lei di tutta quella triste scienza del mondo o del male, che aveva acquistato.

Fosse pudore, timidezza, o alterigia, c’era sempre in lui qualcosa di chiuso, anche nei momenti in cui abbandonavale il capo sui ginocchi come un fanciullo. Adele, al contrario possedeva l’ingenua curiosità di chi non ha nulla da nascondere, e gli faceva delle domande cui egli rispondeva evasivamente, sorridendole come ad una bambina, o abbuiandosi alquanto.

Quella serenità un po’ nebulosa, quella specie di mi-