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rali. — Ho regolato su questa verità la mia condotta.... Ecco come non ho più sofferto.

— Oh! diss’ella con immenso sgomento. Oh!

— Siete stata più felice di me, cugina? domandò Alberto con ironico sorriso.

Adele, pallida, come trasognata, gli rivolse un’occhiata paurosa: — No! disse con forza e colle gote colorantisi vagamente. No! voi non credete a ciò che dite!

— È vero! rispose Alberto con voce sorda, chinando il capo — e per la prima volta!.... Mi avete fatto dubitare anche di cotesto, voi! M’avete fatto un gran male!

— Ammogliatevi! gli disse Adele, osando stringere finalmente la mano fredda di lui. — La famiglia vi salverebbe.... So quel che vuol dire essere soli al mondo! Se potessi, col sacrificio della mia vita, mettervi qualcosa in cuore, vi giuro che lo farei.

Ei la guardò in modo singolare, a lungo, senza aprir bocca. — Cugina mia! disse dopo una lunga esitazione, io non ho quasi conosciuto mio padre; mia madre non ebbe nemmeno il tempo di abbracciarmi prima di morire; una volta fui sorpreso da un marito che avrebbe avuto il diritto e il dovere di uccidermi come un cane.... Sapete cosa mi disse quell’uomo? «che mi risparmiava perchè ero figlio della marchesa Alberti!....»

Adele si celò il viso fra le mani.

— Addio! diss’egli alfine.

— Ve ne andate?