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Sul volto di lui passò un fosco sorriso.
— Ma se avessi una figliuola di 16 anni, bella, ingenua, pura, con tutti i tesori del cuore e dello spirito, ve la darei in moglie.
Dapprima ei le lanciò uno sguardo di sorpresa; ma poscia, in un altro tono:
— Disgraziatamente non l’avete!
— Lasciate quel cattivo sorriso che fa male a voi e a me!... Perchè siete dunque venuto, Alberto?
Egli esitò alquanto. — Non lo so; disse alfine. È la prima volta che non basto a me stesso.
Quelle parole sembrarono colpire la donna; gli lanciò uno sguardo rapidissimo, e si fece rossa. Poscia ripetè dolcemente:
— Se avessi una figliuola ve la darei; ella vi metterebbe in cuore la sua fede, il suo affetto, i suoi santi entusiasmi, vi rinfrancherebbe lo spirito, vi farebbe rinascere.
— Non esitereste a dare la figliuola vostra a me?
— No.
— Ora che sono così cambiato? aggiunse con un sorriso ironico.
— Appunto perchè siete così!
Ei le fissò gli occhi negli occhi.
— Perchè non fate voi cotesto?
— Io non più 16 anni, non ho più la fede e fra di noi c’è un triste passato.
— Sia! diss’egli.
E si mise ad attizzare il fuoco. Rimasero silenziosi