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L’altra la guardò ridendo: — Deve amarti moltissimo perchè sei carina davvero!
— Come sei bella tu! esclamò Adele buttandole le braccia al collo.
Una carrozza s’avvicinava rapidamente; il bel giovanetto che c’era dentro levò, fra timido e sorridente, i grandi occhi azzurri verso la terrazza, fece un saluto un po’ imbarazzato, volse uno sguardo festoso, e arrossì leggermente.
— Come s’è fatto grande! esclamò sottovoce Adele, aggrappandosi, senza saper perchè, al vestito della sua amica.
— È un bel giovane; disse costei.
— Aveva il sigaro in bocca, hai visto?
— Non è elegante, ma ha un’aria distinta. È marchese, non è vero?
— Sì, a momenti sarà qui.
Velleda rizzò il capo con un movimento impercettibilmente altero, civettuolo, e grazioso al tempo istesso, e si mise a frustare i ramoscelli più bassi con una bacchetta che aveva in mano.
— Se fossi bella come te! esclamò ingenuamente l’Adele, forse colpita da quel rapido corruscare della vanità, o forse rispondendo ai pensieri che le si affollavano in mente.
La sua amica era infatti una magnifica bionda, aristocratica e delicata beltà, modellata come una Venere, e leggiadra come un figurino di mode, dalle folte e mor-