Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
III.
Come Alberto avea il suo amico Gemmati, Adele avea anche la sua amica di collegio, la contessina Manfredini, ch’era venuta a stare con lei per qualche settimana. Le due amiche passeggiavano sulla terrazza sovrastante alla via che menava alla villa, tenendosi abbracciate, ridendo e cinguettando come allegri uccelletti. Il sole tramontava dietro gli Appennini; i monti si disegnavano con una vaga trasparenza violetta sulle calde tinte dell’occidente; l’aria era imbalsamata da mille fragranze estive; una nebbia sottile si levava dal fondo della valle dove si udiva mormorare il torrente; i buoi che c’erano stati a bere risalivano l’erta lentamente; brucando l’erba qua e là, e facendo risuonare di tanto in tanto i loro campanacci.
Le due fanciulle, silenziose da un pezzo, stavano appoggiate alla balaustrata della terrazza, e guardavano sbadatamente.