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Manfredini: però mostrava non aver perdonato ad Alberto la visita che non le avea fatto, e che poscia ella non gli avea permesso di farle. Del resto era capricciosissima, e per vendicarsi sembrava aver adottato il sistema di fargli perdere la tramontana. Ora era ironica, impertinente, motteggiatrice, sdegnosa; ora si faceva accompagnare al piano, o in carrozza, e lo lasciava sempre alla sua porta dicendogli: — Sin qui!

Una sera che al villino Flora la conversazione era stata più scucita, e la mamma Manfredini si era mostrata più preoccupata del solito, l’Armandi disse ad Alberto sortendo:

— A proposito, perchè non sposa lei madamigella Velleda?

Alberto ricevette la domanda come una stoccata in pieno. L’Armandi non gli diede il tempo di rispondere, e soggiunse subito gaiamente:

— Quell’altro sarebbe un matrimonio sbagliato. La signorina Manfredini non è ricca, e l’ambasciatore in erba possiede appena quanto basta per i guanti della moglie. Fortuna che la bambina abbia più giudizio della madre, la quale s’è incaponita dietro la livrea del diplomatico, — e ci penserà due volte prima di dir di sì!

— Ci vuol altro!

— Lei però ha detto ardon gl’incensi!

— Ho detto gl’incensi, ma non ho detto le tede! rispose la contessa col suo risolino ironico. E montò in carrozza.

Alberto rimase pensieroso.