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solamente quel po’ ch’era necessario per non dar nell’occhio.

— Jeri l’altro l’ho vista a Firenze per la prima volta; incominciò il marchese. Ella non disse verbo.

— Sapeva che ero qui?

— Sì, rispose asciutto asciutto; e si mise a battere il tempo col ventaglio.

E dopo alcuni minuti di silenzio:

— Bella cotesta musica!

— Sembrami d’averla udita.

— Dove?

— A Belmonte... in villa Armandi...

— S’inganna, disse ella freddamente.

Tacquero.

— S’è divertita in questo viaggio? domandò Alberti.

— Assai!

— È stata via molto tempo!

— Le pare!... appena quattro mesi.

Ei chinò il capo.

— Troppa gente! mormorò Velleda per rompere il silenzio.

— È vero.

— Ha visto la contessa Armandi nelle altre sale?

— No.

— Deve esser qui. Sembrami d’averla vista un momento.

La quadriglia era finita. Mentre Alberti la riconduceva, Velleda gli domandò:

— Ha promesso alla mamma di venire?