Pagina:Verga - Eros, 1884.djvu/112


— 108 —


S’è presentato alla mamma? gli domandò poscia allo stesso modo.

— ... No...

— Che cosa penserà?... Si presenti.

La contessa Manfredini accolse Alberti col suo sorriso e col suo cicaleccio melato.

— Troppo gentile davvero! — Siamo state via da Firenze. — Abbiamo viaggiato. Bella città Napoli! la conosce? — E Roma? il Vesuvio? — Abitiamo il villino Flora, appena fuori Porta Romana. Riceviamo i lunedì. Non manchi.

Le allusioni a Belmonte, ed alla famiglia Forlani furono evitate con garbo.

— Hai qualche impegno col signor De Marchi? domandò la contesssa alla figliola che si era riaccostata. Velleda si fece pensierosa un istante, come non avesse intesa la domanda; scosse il capo un po’ vivamente, e rispose:

— No... non rammento...

Alberti sorprese uno sguardo rapido e acuto che la madre saettò sulla figlia. Mentre conduceva Velleda a prendere il suo posto nella quadriglia, costei gli domandò negligentemente?

— La mamma l’ha invitato a venire ai nostri lunedì?

— Sì.

Allora aggrottò leggermente il sopracciglio, si mise al suo posto, spinse indietro lo strascico della veste, a non disse altro. Eseguiva le diverse figure della quadriglia colla sua grazia e disinvoltura abituale, alquanto fredda, noncurante, rivolgendo ad Alberti la parola