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S’è presentato alla mamma? gli domandò poscia allo stesso modo.
— ... No...
— Che cosa penserà?... Si presenti.
La contessa Manfredini accolse Alberti col suo sorriso e col suo cicaleccio melato.
— Troppo gentile davvero! — Siamo state via da Firenze. — Abbiamo viaggiato. Bella città Napoli! la conosce? — E Roma? il Vesuvio? — Abitiamo il villino Flora, appena fuori Porta Romana. Riceviamo i lunedì. Non manchi.
Le allusioni a Belmonte, ed alla famiglia Forlani furono evitate con garbo.
— Hai qualche impegno col signor De Marchi? domandò la contesssa alla figliola che si era riaccostata. Velleda si fece pensierosa un istante, come non avesse intesa la domanda; scosse il capo un po’ vivamente, e rispose:
— No... non rammento...
Alberti sorprese uno sguardo rapido e acuto che la madre saettò sulla figlia. Mentre conduceva Velleda a prendere il suo posto nella quadriglia, costei gli domandò negligentemente?
— La mamma l’ha invitato a venire ai nostri lunedì?
— Sì.
Allora aggrottò leggermente il sopracciglio, si mise al suo posto, spinse indietro lo strascico della veste, a non disse altro. Eseguiva le diverse figure della quadriglia colla sua grazia e disinvoltura abituale, alquanto fredda, noncurante, rivolgendo ad Alberti la parola