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invecchiato anzi tempo, pallido, biondo, elegante, alquanto calvo.
— Dovete parlarmi? domandò la marchesa dopo un breve silenzio.
— Sì.
— Sedete adunque.
Egli volse un’occhiata sulle seggiole ed il canapè, ingombri di vesti e di arnesi muliebri, e rispose secco secco: — Grazie.
— Vi chiedo scusa per la mia cameriera: disse la moglie arrossendo impercettibilmente.
Alberti inchinò appena il capo.
— Scusatemi piuttosto la mia visita importuna. Mi premeva di parlarvi... stasera.
Cecilia gli lanciò uno sguardo rapido e penetrante, e domandò:
— Avete perduto?
— Non ho giocato.
— Vi battete...?
— Sì.
Ella impallidì.
— Tranquillizzatevi, soggiunse il marchese. Non mi batto col conte Armandi.
Ella si rizzò a sedere sul letto, rossa in viso, coi capelli sciolti, e il corsetto discinto: — Perchè mi dite cotesto, signore?
— Perchè il mio amico Armandi è spadaccino famoso, e avreste potuto essere inquieta per me.
La donna rimase a fissarlo con istraordinaria fermezza.
— Perchè vi battete?