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da convalescente, cosa vuoi? Bravo ehi sa leggervi. Ti voleva un gran bene, e te ne vuole di molto tuttora. Ma che diavolo di novità l’è saltata in mente? Cosa vuoi farci? A me rincresce più di te, che vorrei poterti dir figlio due volte!... Ma passarà!.. Oh, passerà.
Alberto capì assai più in là dello zio, e si trovò piccino dinanzi a quel nobile sacrificio della fanciulla; ma egoista come un innamorato, non seppe indovinare quante lagrime e quanti dolori fosse costato quel capriccetto da convalescente alla povera Adele.
Poco dopo ricevette una lettera di lei.
«So tutto. Perdonami, Alberto, ma il cuore mi si spezzava. Dio mi ha dato la forza di non tradirmi, e nessuno saprà giammai il motivo della mia risoluzione. Ma a le bisogna pur dirlo, per non farti credere anche a te che sia un capriccio... perchè il mio rifiuto non ti umilii... e per dirti che ti amo ancora. Capirai che se ti scrivo cotesto, adesso, vuol dire che non sarò giammai più tua, non ci rivedremo mai più... e ti prego di partire senza cercar di vedermi. Addio.»
Il cugino partì per Firenze di nascosto, come un ladro, senza volgere un’occhiata a quella finestra di cui le persiane rimanevano ostinatamente chiuse da molto tempo.