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76 | Don Candeloro e C.i |
Barbetti esitò.
– Va bene, ci penserò io.... c’è tempo....
Una dozzina di persone pigiavansi nel camerino. E delle altre teste si ammonticchiavano all’uscio, degli altri visitatori sopraggiungevano: il direttore d’orchestra che veniva a congratularsi “del legittimo successo„, un compositore famoso per cercare dei complimenti da per tutto, col pretesto di farne agli altri:
– Ah, signora Celeste, non ci siete che voi!... il vostro metodo!... la vostra voce!... l’arte vostra!...
Per cinque minuti si parlò anche d’arte e di musica. Il giovanetto tartaglione, strozzato dall’emozione, balbettò qualche frase sconnessa, facendosi rosso, di una fiamma sincera d’entusiasmo che avvivava le sue guance e i suoi occhi giovanili, e faceva sorridere la commediante. La poetessa si fece avanti alla fine, bisbigliando a mezza voce:
– Mia cara.... Non ho saputo resistere.... Quali sensazioni deliziose!...
Il principe si era alzato per cederle il posto; ma essa preferiva drappeggiarsi nel suo mantello, per recitare con voce dimessa un madrigale pomposo. Barbetti che si era messo a sedere sul bracciolo