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Paggio Fernando 65

in piedi addirittura fischiavano come locomotive. La mamma di don Gaetanino e tutto il parentado se ne andarono prima che calasse la tela. Il Sindaco, furibondo, voleva fare arrestare tutti quanti.

Ma fu peggio il giorno dopo, quando il povero innamorato, di sera, pigliando le strade fuori mano, andò a trovare la Rosmunda, con tanto di muso e bisbetica, che gli fece appena la carità di un’occhiata e di una parola. Meno male l’amico Olinto, che non ne parlava più e badava soltanto a fare i conti dello spesato, e con Barbetti, il quale prometteva mari e monti, e aveva di nuovo intavolato il discorso della Vittoria.

– Se avessi dato retta a me!... Quella è roba che fa ridere oramai.... Non parlo per l’esecuzione....

Più di una volta, in quella sera disgraziata, don Gaetanino accarezzò l’idea del suicidio. Girovagò sin tardi per le strade buie come l’inferno. Andò a chinarsi sul parapetto del Belvedere, scivolando sui mucchi di sterro, colla morte nell’anima. Da per tutto, nella vallata scura e sinistra, nel cielo nuvoloso, sugli usci neri, vedeva il viso di lei rigido e chiuso; la vedeva ancora colla parrucca bionda e il bacio sulle labbra di carminio. Non chiuse occhio tutta la


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