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58 | Don Candeloro e C.i |
vita, col viso di tre quarti, e un sorriso sospeso all’angolo della bocca. Rosmunda finse di dover andare di là, e passando vicino a don Gaetanino disse piano:
– Che seccatore!...
– No! – ribattè Barbetti solennemente. – Non muto neppure una virgola! Mi farei tagliare la mano piuttosto!
– Ah! Bene! bene! Questo si chiama aver coscienza artistica! Non come tanti altri che magari vi aggiungono o tagliano degli atti intieri.... quasi fosse un giuoco di bussolotti!... Mi pareva soltanto.... pel movimento scenico.... per l’interesse.... per la pratica che ci ho!... Ma già, lei è il miglior giudice. Alla sua salute!
Don Gaetanino vedeva nell’altra stanza lampeggiare al buio gli occhi della Rosmunda, la quale si voltava a guardarlo di tanto in tanto. Poi essa ritornò con un lavoro all’uncinetto e gli si mise allato.
– Che hai, Paggio Fernando?... – gli chiese sottovoce, con una musica deliziosa nella voce, e i begli occhi chini sul lavoro.
Allora senza curarsi di Barbetti, senza curarsi di nessuno, egli le disse il suo segreto, col viso acceso, colle parole calde che le balbettava all’orecchio come