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Paggio Fernando 57

altre nubi in quel cielo azzurro. Il vino vecchio scorreva com’olio; e l’amico Olinto qualche volta, conducendolo a braccetto per le strade remote, gli faceva delle confidenze:

– Sono sulle spese... Otto giorni inoperoso sulla piazza.... La recita non va.... – Don Gaetanino dovette carpire le chiavi del magazzino e vendere del grano di nascosto.

Intanto il capocomico, per rabbonire il corrispondente della Frusta teatrale e dell’Ape dei teatri, aveva tirato in casa pur lui, a studiare Vittoria Colonna, insieme alla sua signora e alla ragazza. Quando don Gaetanino trovò anche Barbetti installato accanto alla Rosmunda, col cappellaccio in testa e il bicchiere in mano, fece tanto di muso, e andò a sedere in disparte.

– Lei mi deve fare entrare Vittoria alla terza scena – stava dicendo il capocomico. – C’è più interesse e movimento. Un valletto solleva la tenda, giusto all’ultima battuta mia: «sulla tua corona superba, il mio piede sovrano di pezzente!...» e comparisce lei, bella, maestosa, imponente...

E così dicendo additò la sua signora. Costei al richiamo spalancò gli occhi di botto, e si rizzò sulla