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Paggio Fernando | 53 |
— Da artisti, alla buona, senza cerimonie — disse il signor Olinto. E cominciò a parlare dei suoi trionfi e delle famose candele che gli dovevano tanti autori che adesso andavano tronfi e pettoruti; e delle birbonate che aveva salvato da un fiasco sicuro, e passavano ora per capolavori.
— Anche quella Vittoria Colonna, vedi, se mi ci mettessi!...
Don Gaetanino assentiva col viso e con tutta la persona. Ma intanto guardava di sottecchi la figliuola, che aveva il viso lungo e il naso del babbo, ingentiliti da un pallore delicato, da una trasparenza di carnagione che sembrava vellutata, dalla polvere di cipria abbondante, e da una peluria freschissima che agli angoli della bocca metteva l’ombra di due baffetti provocanti. Essa di tratto in tratto gli saettava addosso di quelle occhiate luminose che lo irradiavano internamente.
— Ah! anche il signore si occupa?...
— Sì. Non hai inteso? Lui è Paggio Fernando....
Essa allora gli piantò addosso gli occhi e non li mosse più, perchè egli vedesse ch’erano proprio belli. Il babbo colse giusto quel momento per passare in cucina; e don Gaetanino, sentendo di dover spiffe-