Pagina:Verga - Don Candeloro e C., 1894.djvu/46

38 Don Candeloro e C.i

tesori! Nossignore! Ecco che ti va a cascare in bocca a quel disperato che portava tutta la sua bottega al collo, e girava anch’esso per il mondo a vendere spilli e mercerie di qua e di là. Per un palmo di nastro la brutta carogna si era venduta! Martino n’ebbe la certezza quando glielo vide al collo, e vide pure il merciaiuolo che lo pigliava colle buone anche lui, e gli pagava da bere per tenerlo allegro.

— Aspetta! — ghignava fra sè e sè Martino alzando il gomito. — Aspetta, che vogliamo ridere meglio quando verrà il momento che dico io!

Tollerò ancora un po’, per necessità, finchè la Violante potè aiutarlo a raccogliere soldi sulle piazze, odiandola internamente e dandole in cuor suo tutti i titoli che aveva imparato nei trivii. Poi, un bel giorno, accortosi che il merciaio allungava le mani sotto la tavola verso la Violante, mentre desinavano insieme come amici e fratelli all’osteria, fece una scena indiavolata, tirando fuori il coltello, minacciando gli amici che si frapponevano a metter pace.

— Che pace? Con quella canaglia?... Voglio mangiargli il cuore a tutti e due! — sbraitò raccogliendo i suoi cenci, e tanti saluti alla compagnia!

Il povero merciaio, che si vide cadere sulle brac-