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Fra le scene della vita 231

la veletta. Ah, non era quella la bocca che una volta sfuggiva tremante e si era abbandonata avida al primo bacio! Gli si offriva anche adesso, pietosa menzogna, perchè vedeva gli occhi ardenti dell’innamorato cercare in quelli di lei l’amore che non c’era più. Egli non raccolse quel bacio, guardandola fiso: — O povera Maria! — disse tristamente.

Ella si era fatta rossa, fissandolo anche lei con gli occhi già inquieti. Scorgeva forse il dubbio e l’incredulità atroce negli occhi di lui? — Povero amore! Povera Maria! — Non le disse altro, e l’accarezzò sui capelli, sorridendo anche lui. Ma era bianco bianco, e il sorriso era amaro. Allora essa avvinse nelle sue carezze quel pallore e quegli occhi, e vi si smarrì un istante ella pure, forse sinceramente, o volle smarrirvisi per compassione di lui. O povero amore, che hai bisogno di batterti i fianchi colle ali! Povera amante discesa a rappresentare l’ignobile commedia! — No! No! Egli indietreggiò barcollante, come se avesse ricevuto un urto al petto, fece qualche passo per la stanza, e tornò a sederlesi allato, cercando di sorriderle ancora, cercando le parole che non venivano.

— È tardi — diss’ella alzandosi. — Saranno quasi le cinque. Devo andarmene.