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Fra le scene della vita 229

momento, sino al punto di morte, stringendo la mano della moglie singhiozzante, prostrata dinanzi a lui, dinanzi ai figli, dinanzi ai congiunti, mentre il prete gli dava la estrema unzione. Soltanto nell’ultima convulsione di spasimo, respinse quella mano colla mano di ghiaccio. Nel testamento lasciò un ricco legato “alla sua fedele compagna„.

Quante altre! Quante! — Il sorriso procace della disgraziata che deve guadagnarsi il pranzo. — Le lagrime dello scroccone che viene a chiedervi venti lire “in prestito„. — L’eleganza dello spiantato che cena colle paste del the. — Gli occhi bassi della ragazza che cerca un marito. — E la più desolante, infine, la commedia dell’amore, quando l’amore è morto, e resta la catena. O braccia delicate che vi allacciaste all’amplesso stanche e illividite! Quando Alberto strinse in quella festa da ballo la piccola mano che doveva avvincergli così tenacemente la catena al collo, non sapeva che essa se ne sarebbe svincolata così presto. E anche lui allora non sapeva di lasciarsi prendere all’ardore che simulava e alla lusinga delle proprie frasi galanti. — Il sorriso