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206 Don Candeloro e C.i


— Scusate, scusate. Si tratta di vostra figlia. È il sangue vostro.

— E voi, quando vi esce il sangue dal naso, che state a cercare dov’è andato a cadere?

Toccò a mastro Alessi stavolta di rimanere con tanto di naso e la bocca aperta.

— Allora dite voi. Come si fa?

— Si fa così, che la Nunziata è minorenne, e vostro figlio andrà in carcere.

— Ah! ah!... Va bene allora! Quand’è così vi saluto tanto!

Papà Alessi si alzò lentamente, e fece anche finta d’andarsene, come quando si capisce bene che il negozio non si combina. Pure, vedendo mastro Nunzio fermo come un macigno, con quella faccia tosta di negadebiti, non potè frenarsi dal rinfacciargli, stando sull’uscio:

— E vi terrete la figliuola.... così?

— Non mi avete detto ch’è onorata come una regina? Ho quattro soldi. Le troverò bene un marito a modo mio.

— Ah! per quei quattro soldi! — esclamò l’altro infuriato. — Vendete vostra figlia per cento onze!... Sentite! Scusate! È sangue vostro, sì o no? Siete cristiano? Siete padre, o cosa siete?