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196 | Don Candeloro e C.i |
nache, e gl’intrighi che nascevano quando trattavasi di eleggere le cariche pel triennio. Oh allora!
Suor Gabriella, ch’era la superbia in persona, si faceva umile come un agnello pasquale; e suor Maria Faustina, otto giorni prima, aveva sulla faccia arcigna un sorriso amabile. Fra le suore poi erano conciliaboli a tutte le ore, durante la ricreazione, o quando si riunivano nel tinello a preparare i dolci e le paste per la solennità, a Pasqua o a Natale. Tanto più che suor Agnese non aveva nulla da fare, perchè non aveva nè fior di farina, nè zucchero, nè denari per comprarne, nè parenti a cui mandare in regalo i dolci. Sua madre, buon’anima, era morta da un pezzo; e anche Don Basilio, quantunque fosse campato vecchio nei guai, perchè Dio aveva voluto dargli il purgatorio in terra — e anche la zia caritatevole, che aveva sborsato le cento e venti onze della dote perchè donna Agnese potesse farsi monaca. — Pace alle anime loro, di tutti quanti, compreso Don Giacomino, che era morto carico di figliuoli, e gli avevano fatto i funerali a Santa Maria degli Angeli. Sia fatta la volontà di Dio! a suor Agnese, povera vecchia, il Signore le accordava la grazia. Colle sei onze all’anno della dote, e il piatto che le passava il con-