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182 | Don Candeloro e C.i |
a scaldarle la testa, recitando la sua parte di primo amoroso del paese. Babbo Zurlo che mirava al sodo, e a quella commedia ci credeva poco, diceva in cuor suo: — Il suggeritore lo faccio io. Se don Basilio Arlotta non snocciola la dote in contanti, spengo i lumi e calo la tela.
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Don Basilio arrabattavasi appunto a mettere insieme la dote confacente alla nascita della sua Agnese, giacchè di nobiltà in casa ce n’era assai, ma pochi beni di fortuna, e imbrogliati fra le liti per giunta. Il pover’uomo che voleva far contenti tutti, e non ci vedeva dagli occhi per la figliuola ingolfavasi nelle spese: venti salme di maggese alle Terremorte seminate tutte in una volta; la lite di Palermo spinta innanzi a rotta di collo. — Come chi dicesse un pazzo che giuoca ogni cosa su di una carta, a fin di bene, sia pure, per amor della famiglia; ma fu quella la sua rovina.
Lavorava come un cane, sempre in faccende, di qua e di là, con gente d’ogni colore che gridava