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Il peccato di Donna Santa 173

supplicare la moglie, prendendola colle buone, colla faccia atteggiata al riso, mentre preparava decotti e l’abbeverava di medicine: — Dilla al tuo maritino la verità.... Cos’è questo peccato? Che devo perdonarti?

Come parlare a un muro. Donna Santa non disserrava neppure i denti per inghiottire le medicine, alle volte; oppure, se parlava, tornava a battere la stessa solfa di castighi, di peccati gravi, di lingue di fuoco che aveva sempre dinanzi agli occhi.

— Ah? Non posso sapere nemmeno cosa è successo in casa mia, ah? — sbuffava allora furibondo don Erasmo rivolto a donna Orsola ch’era sempre lì, fra i piedi.

Lui che sapeva tutte le storie di casa altrui, gli scandali di Donna Cristina, le scene della vedova Rametta che andava a piangere, la buon’anima, nelle braccia di questo o di quello! — Se ne facevano le belle risate col farmacista e don Marco Crippa. — Gli pareva di vederlo, adesso, don Marco, strizzando l’occhio guercio, ora che la disgrazia toccata a lui faceva le spese della conversazione.

— Capite bene, Donn’Orsola, che ho diritto di sapere infine cos’è successo in casa mia!

— Cos’è successo? Che vedete? Non vedete che