Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
170 | Don Candeloro e C.i |
Già voi non siete nella pagina pulita, caro don Erasmo! Che siete stanco di fare le vostre visite, adesso, e volete riposarvi in qualche carcere di Sua Maestà? Fatevi i fatti vostri, piuttosto. Avete capito?
I fatti suoi erano che sua moglie stava per lasciarlo vedovo, con cinque figliuoli sulle spalle, povero don Erasmo, e per giunta, nel delirio, essa gli spifferava sotto il naso certe cose che gli facevano drizzare le orecchie, pur troppo!
— Guai all’adultera! Guai ai lussuriosi!... Sono in peccato mortale!... Signore, perdonatemi!...
Quello che aveva sentito alla predica, insomma. Ma don Erasmo, che non era stato alla predica, non sapeva che pensare, sgranava gli occhi, si faceva di tutti i colori, balbettava ansioso:
— Eh? Che dici? Eh?
Non che sua moglie avesse mai dato occasione a sospettar di lei, poveretta, con quella faccia! che sarebbe stata una vera birbonata a volergli fare quel tiro al dottor Brocca, un altro che non ci fosse obbligato, come vi era costretto lui, purtroppo, per amor della pace, per accontentare la moglie che aveva la testa piena delle diavolerie dei preti, e osservava con fervore tutti e cinque i sacramenti.... S’intendeva lui,