Pagina:Verga - Don Candeloro e C., 1894.djvu/172

164 Don Candeloro e C.i

tornassero a pizzicarvi tutte le pulci degli scrupoli vecchi e nuovi, al sentire specialmente le frustate della disciplina che davasi laggiù, al buio, quel buon cristiano di Cheli Mosca, famoso ladro, che era venuto a dare il buon esempio e mostrare che mutava vita, lì, sotto gli occhi stessi del giudice e del capitano giustiziere — cing-ciang — colla cigna dei calzoni. — Chè poi, se mancava un pollo in paese, andavano subito a cercar lui, sangue di Giuda ladro! Gli uomini, dal canto loro, tenevano duro, bene o male. Ma nel recinto delle donne la parola di Dio faceva miracoli addirittura: sospiri, brontolii, soffiate di naso che non finivano più; e chi aveva la coscienza pulita ringraziava il Signore in faccia a tutti quanti — coram populo — e tanto peggio per qualcun’altra che non osava levare il naso dal libro di messa, donna Cristina-del-giudice a mo’ d’esempio, o la Caolina, messa in disparte come un’appestata, con tutti i suoi fronzoli e il puzzo di muschio che ammorbava.

— A che ti gioveranno, Maddalena impenitente, le chiome profumate di mirra e d’incenso, e i vezzi procaci?...

Donna Orsola si turò il naso, stomacata dallo scandalo che recava in chiesa la Caolina, poichè gli uomini