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L’opera del Divino Amore 151

se le educande non potessero avere dei peccati riservati meglio delle professe! Son io infine che pago!... — E nell’andarsene mortificato e deluso si lasciò pure scappar di bocca:

— Sino in Paradiso si deve andare per riguardo umano! Se Bellonia fosse figlia di qualche barone spiantato, l’avrebbe avuto il liguorino!

Bellonia intanto per spuntarla pensò di mutar registro. Demonio incarnato, si mise a fare la santa, cadendo in estasi ogni quarto d’ora, presa dagli scrupoli se le toccavan una mano, facendo chiamare in fretta e in furia don Matteo Curcio al confessionale due o tre volte al giorno, come se fosse in punto di dannarsi l’anima, per dirgli invece delle sciocchezze, tanto che il pover’uomo ci perdeva il latino e la pazienza.

— Figliuola mia, il troppo stroppia. — Questo è opera della tentazione. — Che c’è di nuovo, sentiamo?

— C’è che ho un peccato grosso. Ma non vuol venir fuori con vossignoria... O che non sapete fare, o che mi siete antipatico...

Finchè il pover’uomo perdè la pazienza del tutto, e le sbattè il finestrino sul muso. La madre abba-