Pagina:Verga - Don Candeloro e C., 1894.djvu/133


Papa Sisto 125

z’ora, ciascuno voleva sapere la sua. Niente. Si vedrà domani, in capitolo. — Fra Giuseppe Maria protestava che ne aveva abbastanza, del guardianato, e fra Mansueto non voleva fastidi neppur lui. — Basta, vedremo. Sentiremo quello che consiglia lo Spirito Santo. — E spunta infine il sabato santo, sempre in quell’incertezza. Gli stessi curiosi in piazza; la bandiera sul campanile; la città che si vedeva fumare, laggiù, dal Calvario. Intanto, per pigliar tempo, si fecero le funzioni in chiesa, prima di passare ai voti, suonarono le campane a gloria, s’invocò il Veni creator, e finalmente si riunì il capitolo. Padre Giuseppe Maria esordì con un discorsetto tutto miele, tutta manna: — La religione — la fratellanza, — la carità. — Lui domandava perdono a tutti se non era stato all’altezza della carica, mentre ne deponeva il peso, troppo grave per la sua età, supplicando di lasciarlo l’ultimo degli ultimi, semplice servo di Dio. — Fra Mansueto chinava il capo anche lui. Il Padre Lettore cominciò un’orazione in tre punti, per dichiarare che i tempi eran gravi e a reggere la comunità ci voleva giustizia — ci voleva prudenza — tutte le belle cose che aveva detto fra Giobattista. Però il discorso diventava lungo, e fra Serafino pel primo cominciò