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Papa Sisto 121

potrei fare? — E dare perfino ragione a fra Mansueto, ch’era il capo dei malcontenti. — Ci vuol politica.... Chiudere un occhio. Non siamo più ai tempi che il guardiano faceva il commissario di polizia.

In verità il povero guardiano aveva altro da fare adesso. La tremarella da una parte, e la bile che gli toccava ingoiare dall’altra, e far buon viso a chi gli mirava al cuore. Questo vuol dir politica, ora che il Santo Padre aveva mutato casacca, e il Re, Dio guardi, mandava truppe a far sacco e fuoco. Se la spuntava, bene. Ma se no, chi vi andava di mezzo per il primo era lui, padre Giuseppe Maria. Un calcio nella schiena, e lo sbalestravano chissà dove, a far penitenza, semplice fraticello, giacchè i pochi a lui fedeli gli nicchiavano in mano anch’essi.

Era quella famosa settimana santa del ’48; le stesse funzioni sacre si trascinavano svogliate, la chiesa quasi vuota, tutta la gente in piazza dalla mattina alla sera, ad aspettare le notizie col naso in aria. Giungevano fuggiaschi, carri di masserizie che temevano il sacco anch’essi, e rivoltosi di tutte le fogge, che contavano d’aver fatto prodigi, e correvano ad aspettare i regi laggiù, a Palermo, per mas-