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118 | Don Candeloro e C.i |
e minacciò di piantar su due piedi baracca e burattini.
— Allora, benedicite! Allora vi lascio la tonaca e me ne vo, giacchè non volete salvarmi l’anima neppure col fatto mio! — Questo diavolo ci darà da fare a tutti quanti! — disse poi in capitolo il padre guardiano. E disse bene, che gli parlava il cuore.
Basta, per toglierselo dai piedi lo mandarono a fare il noviziato fuori provincia, alla Certosa di Santa Maria. Ci pensassero intanto quegli altri frati a vedere se spuntava grano o loglio da quel seme. E Vito Scardo zitto, fece l’obbedienza, fece il noviziato, girò anche un po’ il mondo, come piaceva ai superiori, e tornò fra Giobattista da Militello, monaco fatto, con tanto di barba e qualche pelo bianco.
Però colla barba e i peli bianchi gli era cresciuto anche il giudizio. Trovò il paese sottosopra: bandiere, luminarie, ritratti di Pio IX da per tutto, Scaricalasino a spasso per le strade, e il padre guardiano colla coda fra le gambe. Cose che non potevano durare, in una parola. Intanto si doveva riunire il capitolo per la nomina dei superiori. Malcontenti ce n’erano molti, minchioni la più parte,